sabato 10 gennaio 2009

Ciao Faber, grandissimo amico fragile


Questa notte, alle 2,30 esatte, saranno trascorsi dieci anni dalla morte di Fabrizio De Andrè. In questi ultimi giorni si sono spesi in tanti (soprattutto in tv) a ricordarlo con speciali, interviste (in verità quasi sempre le stesse, cioè pochine, visto che Faber non amando le interviste si è sempre concesso raramente); insomma, un vero e proprio tributo di massa ad un artista che con la massa aveva davvero poco a che fare. Ma al di là della ovvia constatazione che De Andrè non avrebbe, forse, gradito tanto clamore, sicuramente è un bene che, passati dieci anni, la cultura di questo Paese non abbia dimenticato un artista così straordinario. Un fine cultore della lingua e dei dialetti, poeta e cantastorie. Cantore degli ultimi e degli oppressi, De Andrè volava altissimo oltre il pregiudizio ed il potere. Un rivoluzionario del sentimento e della passione (politica, amorosa). Che se n'è andato dieci anni fa, in silenzio ... "per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci". Ti vogliamo bene, Faber. Ovunque tu sia.

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