Il 23 Novembre 2007 nasce a Rivalta, nel torinese, una bambina che i genitori decidono di chiamare Andrea, sapendo bene che, pur se in Italia si tratta di un nome maschile, ormai la globalizzazione, il melting pot, etc… hanno reso quantomeno il dubbio che il nome possa identificare anche una ragazza.
L’ufficiale di stato civile dell’anagrafe registra il nome ma è tenuto per legge a segnalare la questione alla Procura della Repubblica di Torino. Il sostituto procuratore Valerio Longi decide che non va bene, e ricorre al Tribunale per una rettifica del nome.
Il Tribunale di Torino però respinge il ricorso: il nome può andare.
Il paladino dei nomi Valerio Longi, che probabilmente alla nascita ha avuto forti traumi da domanda “sei maschio o femmina?” che i bambini spesso rivolgono ingenuamente senza immaginare di poter creare mostri dalla dubbia sfera identitaria, non ci sta. Inoltra allora un reclamo alla Corte d’Appello, che dovrà pronunciarsi il 26 Giugno. Per il “difensore dei giusti nomi” va bene anche che Andrea sia cambiato con l’aggiunta di “elementi onomastici che valgano ad individuare con certezza, nella persona cui è attribuito, il sesso femminile”.
Caro Valerio Longi, ma non c’hai un lavoro con cose più serie di cui occuparti?
Mi chiamo Andrea, sono perfettamente identificato ed identificabile, non gliene frega a nessuno che sulla carta io possa essere una donna, e se anche lo fossi non credo che sarebbe così catastrofico e addirittura, come hai indicato, di “interesse pubblico” che il mio nome non identifichi senza dubbio il mio sesso. Credo che l’Italia abbia problemi più seri a cui pensare…o no?
3 commenti:
Sono perfettamente d'accordo con te. GRRR!!!
ma soprattutto, cos'è Andrea quando c'è qualcuno, come si legge a pag. 21 de La stampa, che si chiama Geronimo, oppure Apache, oppure Kocis??
Giusto. Sacrosanto. E potete immaginare quanto l'argomento "nomi" tocchi da vicino alcuni members di P&S ;-)
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