mercoledì 16 luglio 2008

Il discreto fascino del Partito D(al)emocratico


Un ingorgo di auto blu ha intasato lunedì pomeriggio i marciapiedi di via di ripetta per il convegno organizzato dall'italianoeuropeo Massimo D'Alema. Il parterre era degno delle grandi occasioni. L'occasione, ha scritto Folli, è stata la più importante dal giorno delle elezioni. Lo spariglio di baffino più evidente che mai: non solo il dialogo, al contrario di quanto dice l'amico Walter, si può fare e con tutti, ma eventualmente si può arrivare anche a una grande coalizione; l'obiettivo è fare le riforme e per sintetizzare il pensiero di D'Alema in due parole, il federalismo si fa con il sistema tedesco. O non si fa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il sistema tedesco è già stato archiviato. Perché l'ex ministro degli esteri quando sente parlare del referendum di Guzzetta parla di golpe?

Anonimo ha detto...

Cià ragione Massimì... nun bisogna pigliallo de petto a Berlusconi, glie devono da fà il vuoto intorno

Anonimo ha detto...

E' vero che la veltroniana vocazione maggioritaria del partito democratico finisce dove comincia il realismo politico del partito d(al)emocratico, ma se il dialogo sulle riforme è finito, il congresso non si fa e il referendum porterà al premio di maggioranza per il primo partito, D'Alema che farà, campagna per il caimano?

Anonimo ha detto...

La sindrome da eterni figli di un dio minore degli ex Pci, frena il Pd e accelera la deriva 'tedesca'