Non so se perché il primo film è nato con me, o se perché avrei voluto trovarmi nell'avventura più pura, con i trabocchetti e l'adrenalina da controllare altrimenti ti saltano le sinapsi, ma quando sento il meraviglioso tema della (dal 23 Maggio) quadrilogia di Indiana Jones, composto dal fedele di Spielberg John Williams, mi sale un'energia che mi rende certo di poter scalare un palazzo.
Avete presente quel momento dell'infanzia in cui ti senti invincibile, ed ogni eroe dello schermo non può essere più lontano da te di uno schioppo di fantasia copribile in un battito di ciglia? In quel meraviglioso momento, che dovremmo cercare di lasciare ancorato alla nostra anima per sconfiggere la disillusione, tu puoi essere chiunque, e nulla ti può fermare, perché mai come in quel periodo vale la massima "Volere è potere".
Alcuni film, pochi, riescono a farti tornare con pienezza in quella sensazione, regalandoti l'invincibilità della fantasia e la certezza della tua singolarità e specialità: saghe come Rocky, Star Wars, Ritorno af Futuro, in misura minore La Storia Infinita, Il Signore degli Anelli e naturalmente il professore archeologo che ha contribuito alla crescita di molti di noi.
Indiana Jones è un archetipo, come i protagonisti di tutte queste saghe, cioè l'incarnazione di temi viscerali dell'uomo in una forma con cui confrontarsi, identificarsi, e pertanto tramite la quale è possibile riavvicinarsi facilmente alle viscere dell'essere umano: avventura, segreti, spavalderia, e la morte continuamente presente ma beffata con una frustata ed una battuta, dunque la voglia di vita sottocutanea, che scorre come anima liquida sottoterra.
Per questo, per farci elettrizzare alla sola vista del cappello Fedora ed al solo ascolto di qualche nota del celeberrimo tema, ringrazio Spielberg, che molti snobbano, molti odiano per farsela sempre con folletti e bambinate sceme ma che, proprio per questo, io considero una delle guide spirituali cui avvicinarsi in momenti in cui si dimentica la magia della quotidianità, arrivando a guardare solo il grigio di un mondo ristagnante. E insieme a lui, naturalmente, Lucas, co-creatore del personaggio e dell'altra saga simbolo della storia cinematografica.
Il nuovo film, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, in anteprima ieri a Cannes, ha ritrovato in sala una fremente folla che ha battuto le mani, riso e gioito ai soli titoli di testa, come tanti bambini che si ritrovano affascinati di fronte allo spettacolo del mago.
Sono certo che in quelle due ore ognuno di noi potrà ritrovare quel bambino che sognava di scappare di casa alla ricerca di mille avventure, e poco importa se il 65enne Harrison Ford ha qualche ruga in più: non appena saliranno quelle note, saremo lì con lui, dimenticandoci per due ore dell'assenza di magia fuori dalla sala.
Forse tra l'immondizia che assale Napoli si troverà un Teschio di Cristallo...
4 commenti:
Beh in effetti a Napoli il teschio ha un forte valore simbolico: 34, 'A capa 'e morte. I percorsi della città sotto la città ne erano pieni fino a quando un frate si prese cura di raccogliere tutte queste ossa e radunarle nel cimitero delle fontanelle. La maggior parte di queste carcasse furono abbandonate per strada durante la grande epidemia di peste del '600 e poi 'sparirono' nel ventre del città, non si sa se per occultare la vergogna o per rinverdire riti pagani. Fra l'altro dicono che porta buono...
Andrea, quante volte te l'ho detto... la cannetta va presa DOPO i pasti!
Wittgenstein (alias Luca Sofri, che probabilmente era a Cannes e l'ha visto in anteprima)
"Tolto il rotondo suono dei cazzotti e la fulminea citazione dei Predatori, il nuovo Indiana Jones è da ritiro dalle sale"
Nel senso che è talmente bello che va ritirato per conservarlo?
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